DISPERSIONE SCOLASTICA

L’esperienza quotidiana a contatto con la realtà scolastica ci porta ad evidenziare come non sia chiara ed univoca la definizione che si può dare al termine “dispersione scolastica” e come talvolta venga confusa, sottovalutata o disconosciuta dagli stessi operatori.La continua “emergenza” che vive il nostro sistema scolastico/formativo non aiuta sicuramente a concentrare attenzioni, forze e progetti nella lotta ad un fenomeno che pur non assumendo nel nostro territorio tinte fosche, è il continuo termometro di un intero sistema formativo e di rete che non sempre viene tarato nell’ottica della inclusività e dell’accettazione delle sfide che il presente ci propone. Per leggerla secondo un’ottica di sistema, infatti, anche un tasso modesto di abbandono deve comunque spronare a rendere il sistema scuola, servizi, collettività adatto ad affrontare le sfide dei singoli bisogni e dei singoli disagi.Dal punto di vista strettamente statistico il tasso di dispersione scolastica altro non sarà che la sommatoria di un insieme di fattori che comprendono ripetenze, ritardi, abbandoni, insuccessi, vicende familiari e personali che portano ad influire negativamente sul percorso formativo degli alunni in taluni casi demotivandoli a tal punto da sfociare in un vero e proprio abbandono della rete di formazione/istruzione. Chi abbandona, si stacca, perde qualcosa nell’iter di formazione (definizione che abbiamo appena sottolineato) mette in evidenza una situazione di disagio. Propriamente questo aspetto dovrebbe essere la molla e lo stimolo che ci porta ad effettuare una lettura attenta ed approfondita dell’abbandono.